"Nessuno scappa dalla sua casa, se non perchè la casa è la bocca di un squalo.

Nessuno scappa dalla sua casa se non è inseguito con il fuoco sotto i piedi e il sangue caldo nella pancia.

Devi capire, nessuno mette i propri bambini in una barca a meno che l'acqua non sia più sicura della terra.

Voglio andare a casa, ma la mia casa è la bocca di uno squalo".

(poesia di una donna somala, rifugiata nel Regno Unito)

(Domenica, 5 maggio 2019)

Paradossalmente dobbiamo "ringraziare" quei deficienti che ieri hanno esposto a Milano, nei pressi di piazzale Loreto, uno striscione infame inneggiante a Mussolini e al fascismo. Ci ricordano, e ne abbiamo un grande bisogno, che Libertà e Democrazia non sono mai conquistate una volta per tutte, ma bisogna guadegnarsele giorno dopo giorno.

Buon 25 aprile di Liberazione.

(Giovedì, 25 aprile 2019)

5 Mentre alcuni parlavano del tempio e delle belle pietre e dei doni votivi che lo adornavano, disse: 6 «Verranno giorni in cui, di tutto quello che ammirate, non resterà pietra su pietra che non venga distrutta» (Luca 21,5-6). Queste parole di Gesù mi sono risuonate subito nella mente e nel cuore nell’attimo stesso in cui ho visto le prime immagini del rogo della Cattedrale di Notre Dame. E’ un linguaggio profetico, ma non apocalittico, che ci invita a poggiare il fondamento della nostra fede non sui luoghi di culto, sulle costruzioni di mattoni, per quanto splendide possano essere, ma sull’edificio spirituale che è Cristo stesso e quindi, per essere a Lui fedeli, sull’uomo, sui nostri fratelli e sulle nostre sorelle. Le pietre materiali sono destinate a essere distrutte, ma la Parola rimane in eterno e questa Parola ci dice che il centro del nostro amore deve essere l’uomo. Subito dopo ho ricordato la storia che don Tonino Bello ha raccontato in occasione di un incontro con i giovani a Serra San Bruno l’11 aprile 1992, quando ha spiegato quale fosse la differenza tra “basilica minore” e “Basilica Maggiore”: “Basilica Maggiore” è sempre l’uomo. Si possono ritrovare queste parole dal minuto 37,10 di questo file don Tonino Bello.

Ieri abbiamo ricevuto le tristissime notizie delle stragi nel Sri Lanka. Non conosciamo ancora le origini del massacro, ma quello che addolora è che, ancora una volta, è stato colpito il vero Tempio che Gesù ci ha insegnato ad amare: quello dell’uomo e la sua sacralità assoluta. E’ qui che sta la divinità, è questo il Sancta Sanctorum che nessuno ha il diritto di violare.

Anche a questo proposito, c’è una bella poesia di Dietrich Bonhoeffer che può aiutarci a comprendere la necessità di liberarci da ogni forma di idolatria.

CRISTIANI E PAGANI

Uomini vanno a Dio nella loro tribolazione,
piangono per aiuto, chiedono felicità e pane,
salvezza dalla malattia, dalla colpa, dalla morte.
Così fanno tutti, tutti, cristiani e pagani.

Uomini vanno a Dio nella sua tribolazione,
lo trovano povero, oltraggiato, senza tetto né pane,
lo vedono consunto da peccati, debolezza e morte.
I cristiani stanno vicino a Dio nella sua sofferenza.

Dio va a tutti gli uomini nella loro tribolazione,
sazia il corpo e l'anima del suo pane,
muore in croce per cristiani e pagani
e a questi e a quelli perdona.

(Lunedì, 22 aprile 2019)

"Non pronunciare il nome del SIGNORE, Dio tuo, invano; perché il SIGNORE non riterrà innocente chi pronuncia il suo nome invano" (Esodo 20,7). Secondo gli "insegnamenti" ricevuti da piccoli al catechismo, è il secondo "comandamento" del "decalogo", delle "dieci parole". Ci è stato spiegato che il suo significato è sostanzialmente "non bestemmiare". Una soluzione semplicistica che, agli occhi di oggi, potrebbe essere ritenuta solo un consiglio di buona educazione ma che, al pari di altre "catechesi", da bambini ci terrorizzava. Infatti, esistono forme molto più gravi della "bestemmia", per come viene genericamente intesa, che "violano" il nome di Dio. Pronunciamo il nome di Dio invano ogni volta che lo trasformiamo in un idolo compiacente ai nostri desideri, alla nostra volontà, ai nostri disegni di dominio, tutte le volte in cui, appropriandocene, diciamo "Dio è con noi", come la frase scritta sulle fibbie dei cinturoni dell'esercito tedesco della prima e seconda guerra mondiale. La Scrittura, proprio per non pronunciare il nome dell'Altissimo, lo designava con il tetragramma YHWH, ma gli autori e i redattori della stessa Scrittura ne violarono a loro volta il nome quando attribuirono a Dio i loro stermini (Giosuè 11,12-15), contravvenendo anche alla Parola "Non uccidere" (Esodo 20,13). Come cristiani abbiamo violato il Suo nome tutte le volte che in suo nome, ma con la nostra violenza, abbiamo ucciso, abbiamo combattutto guerre di religione, abbiamo, in pratica, fatto scomparire popoli millenari con eccidi che davvero gridano giustizia al cospetto del Signore. Non esiste alcuna "teologia" che possa giustificare l'assassinio del fratello. Pronunciamo ancora oggi il Suo nome invano, quando separiamo le persone, quando perseguitiamo le minoranze, quando neghiamo i diritti ai deboli (al povero, allo straniero, alla vedova, all'orfano secondo il linguaggio biblico), "confondendo" la nostra volonta con quella del Signore. Questo è il vero peccato, spezzare le relazioni, tirare sempre Dio dalla nostra parte. Dio però non si fa "tirare" dalla giacchetta, perchè Dio è il Tutto e nessuno può ritenerlo proprio, perchè Dio è Libertà e nessuno può incatenarlo al proprio volere, soprattutto quando è una bramosia di potere, di dominio, di afflizione degli altri, perchè Dio è Armonia dell'universo e fra tutti le donne e gli uomini, perchè Dio è l'Arcobaleno e non un solo colore.

(Sabato, 6 aprile 2019)

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CHIESA EVANGELICA VALDESE


 
 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Un vero e proprio capolavoro. Tra la chimica e l'autobiografia, Primo Levi si destreggia meravigliosamente nelll'arte della scrittura. (19 marzo 2024)

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L'esclusione delle donne dal sacerdozio religioso, non ne ha impedito il "protagonismo" nella veste di donne sacre, donne che trascendono l'umano e che possono essere tanto fonte di luce che di tenebre. (5 febbraio 2024).

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Un capitolo della storia ebraica

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